Quando il flirting diventa molestia
Quando il flirting diventa molestia
Cosa si intende per “flirting”?
Anche in italiano abbiamo ormai cominciato ad usare la parola “flirting”, dal momento che “corteggiare” qualcuno praticamente non si usa più e c’è molta incertezza sul significato da dare in italiano alla parola “seduzione”. La parola inglese è intraducibile con una specifica parola italiana, a meno che non vogliamo contentarci dei termini: amoreggiare, filare, tubare, intendersela, simpatizzare, civettare.
Il flirtare è, di per sé, un comportamento sbagliato?
Assolutamente no! Quando certe attenzioni provengono dalla persona giusta e nel momento giusto, possono essere molto piacevoli e gratificanti. Tuttavia, quando le attenzioni ricevute non sono desiderate, possono creare disagio.
A cosa serve, oggi, flirtare?
Al giorno d’oggi, flirtare serve a costruire un rapporto si fiducia con l’altro e a rendere l’inizio di una relazione più entusiasmante.
E’ normale flirtare sul luogo di lavoro?
E’ molto diffuso: un sondaggio del 2023 condotto da Forbes Advisor ha rivelato che il 43% dei dipendenti ha sposato qualcuno con cui ha lavorato nella stessa organizzazione.
Quello che è necessario, però, è capire la differenza tra un flirt consensuale e una molestia sessuale, ossia un comportamento indesiderato.
Qual è la differenza tra flirt e molestia sessuale?
Il flirt è un atto verso qualcuno cui si è interessati, che ha a sua volta mostrato un certo interesse. La molestia sessuale, invece, è un comportamento di natura sessuale non richiesto nei confronti di qualcuno che non ha dato alcun segnale di accoglienza per tali attenzioni.
Quali e quante sono le persone che vengono molestate sessualmente sul lavoro?
Secondo un sondaggio del maggio 2023, tre donne su cinque hanno dichiarato di aver subito molestie sul lavoro, percentuale che sale a quasi due su tre per le donne tra i 25 e i 34 anni. Purtroppo, questo dimostra che nessun luogo di lavoro è immune da tali comportamenti indesiderati.
Perché avvengono le molestie sessuali?
Un fattore chiave delle molestie sessuali è lo squilibrio di potere, che rende i luoghi di lavoro, con i loro diversi livelli di anzianità e età, ambienti ideali per l’emergere di tali comportamenti.
Perché le donne sono più frequentemente vittime di molestie?
Le donne sono più frequentemente vittime di molestie perché, più spesso degli uomini, mancano di potere, si trovano in posizioni più precarie e, storicamente, è prevalsa una cultura del silenzio. Ad esempio, un molestatore può trovarsi in una posizione di potere o avere un’influenza diretta sulla persona molestata perché è un capo diretto, e dunque può influire sulla carriera di quella persona, o è una figura di rilievo all’interno dell’azienda.
Denunciando le molestie, si sta uccidendo ciò che rimane del vecchio corteggiamento degli uomini verso le donne?
Assolutamente no. Dopo il movimento #MeToo, molti hanno messo in evidenza il disagio degli uomini nei confronti delle donne, in quanto non avrebbero più il coraggio di esporsi per la paura di essere denunciati come molestatori.
La risposta è semplice: basta trattare le donne con dignità e rispetto e, soprattutto, fare delle avances più spinte solo quando si è veramente sicuri che l’interesse sia corrisposto. Del resto le donne sono oggi molto più esplicite su questi temi e non è difficile chiedere loro il consenso.
Una maggiore consapevolezza sulle molestie sessuali potrebbe ridurre questi “malintesi” fra uomini e donne?
Certamente, oggi che l’educazione e la formazione dei giovani non avviene più in modo separato, è molto più facile spiegare a ragazzi e ragazze cosa è il flirting, cosa aspettarsi, cosa accettare, cosa rifiutare, e fino a che punto spingersi.
NB Ho messo la parola “malintesi” fra virgolette perché sicuramente ci sono molti innocenti casi di flirting che vengono male interpretati dalla persona che riceve questo tipo di attenzioni sessuali, ma nella maggior parte dei casi le molestie sono purtroppo intenzionali e volte alla riaffermazione di una cultura patriarcale che vede le donne come un oggetto di conquista, senza la dignità che viene riconosciuta ai propri pari di sesso maschile.
Dr. Giuliana Proietti
www.giulianaproietti.it